«Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e tutte le ragazze», recita così l’obiettivo 5 dell’agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile.Il tema della parità si rivela quindi fortemente interconnesso con tutti i meccanismi che muovono la nostra società. L’accesso al mondo del lavoro, il diritto all’istruzione e all’autodeterminazione, il riconoscimento del lavoro di cura della famiglia, le opportunità di leadership in ambito politico, economico e della vita pubblica, possono concretizzarsi appieno solo grazie ad un processo di cambiamento culturale nel quale, il moltiplicarsi delle coscienze consapevoli, può contribuire adottando comportamenti al di fuori delle logiche ancora oggi dominanti, che passano anche dalla comunicazione da cui oggi siamo bersaglio.Le parole hanno un ruolo significativo in questo processo; attraverso il linguaggio e tutte le sue sfaccettature, si possono trasmettere valori e disvalori, insinuare dubbi, stimolare il senso critico e veicolare esempi positivi o insinuazioni più o meno esplicite, capaci di penetrare trasversalmente ogni strato della società. La parola, dunque, non è solo uno strumento di espressione, ma costituisce una parte del pensiero stesso e come tale può contribuire a spostare il mondo.Gli artisti si confrontano con il tema lasciando spazio alle parole anche e soprattutto dal punto di vista iconografico, in un progetto espositivo che non mancherà di stupire il pubblico grazie alla varietà di tecniche proposte – dalla pittura all’installazione, dalla fiberart al papercutting, dal disegno alla

videoarte e al collage – e alle interpretazioni tra il serio, il giocoso e l’ironico.